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trattare la sudorazione eccessiva
ascellare, palmare e plantare


Durata procedura:
10 - 20 minuti


Ripresa attività:
immediata


Interventi eseguiti

Cos’è?

Con il termine iperidrosi si indica un’eccessiva secrezione di sudore rispetto alla norma nelle sedi palmari (mani), plantari (piedi), ascellari (ascelle). La sudorazione è un fenomeno fisiologico, soprattutto nei mesi estivi. In condizioni normali il nostro corpo produce circa ½ litro di sudore al giorno, quando la temperatura sale notevolmente possiamo arrivare a espellerne più di due litri all’ora, la funzione del sudore è la regolazione della temperatura corporea. Quando la temperatura sale, il sudore evapora, raffreddando la superficie cutanea. Nell’iperidrosi le ghiandole sudoripare sono eccessivamente reattive agli stimoli nervosi che ricevono dal cervello e inducono pertanto a produrre sudore. Tale problema non conosce stagionalità (anche se peggiora d’estate) e non è necessariamente legata alla temperatura dell’ambiente. Insorge in genere con la pubertà, raramente prima, e prosegue tutta la vita. Altre alterazioni patologiche della sudorazione comprendono la cromoidrosi (sudorazione colorata che tinge di giallo i vestiti con cui viene a contatto) e la bromidrosi (sudorazione maleodorante per l’aumentata decomposizione del sudore apocrino operata dalla flora batterica cutanea).

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Iperidrosi: disagio sociale

L’iperidrosi rappresenta un grosso impedimento alle normali relazioni interpersonali e viene vissuto come un handicap che, tra l’altro, fa vacillare l’autostima di chi ne soffre, scatenando un triste circolo vizioso che peggiora la situazione.
Chi ne soffre deve convivere con maglie e abiti bagnati e chiazzati, mani e piedi umidi, e in più con la consapevolezza di provocare nell’altro un certo senso di repulsione. Diventano così un incubo anche gesti quotidiani ordinari, come stringere una mano o lavorare maneggiando fogli di carta, o semplicemente togliersi il soprabito svelando abiti bagnati anche in inverno. Addirittura, in alcuni casi, il soffrire d’iperidrosi può condizionare alcune scelte professionali o comportare rinunce sociali, fino all’autoisolamento.

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Le cause

L’iperidrosi può essere essenziale (primaria) o secondaria. L’iperidrosi primaria è una patologia isolata che non presenta un nesso di causalità con altre patologie. L’iperidrosi secondaria fa parte dei sintomi di una patologia nota. Nell’iperidrosi secondaria le seguenti condizioni e patologie possono causare una sudorazione eccessiva, generalmente diffusa su tutta la superficie corporea:

• Ipertireoidismo e altre disfunzioni del sistema endocrino

• Terapia ormonale del carcinoma prostatico o di altri tipi di tumori maligni

• Malattie psichiatriche

• Obesità

• Menopausa (anche da riferirsi ad un disequilibrio ormonale)

• Febbre

Le cause reali dell’iperidrosi primaria invece non sono ancora note; la ricerca scientifica è orientata allo studio del sistema nervoso neurovegetativo in relazione a stimoli ambientali, gastrointestinali ed emotivi. Molto spesso la diagnosi viene orientata come patologia vera e propria non legata a nessuna causa specifica ed è basata semplicemente su autovalutazione del proprio stato. L’iperdirosi primaria generalmente è localizzata e si manifesta prevalentemente sul palmo delle mani, sulla pianta dei piedi, sulle ascelle, sulla fronte e sull’inguine (sono le zone interessate da un maggior numero di ghiandole sudoripare). Mentre l’eccessiva sudorazione alle estremità è spesso associata, l’iperidrosi ascellare può sussistere da sola. In quest’ultimo caso il disturbo è quasi sempre espressione di irritabilità emotiva.

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Iperidrosi palmare

La sudorazione eccessiva alle mani è generalmente la condizione più fastidiosa tra tutte le forme di iperidrosi. Le mani sono molto più esposte di ogni altra parte del corpo e svolgono un ruolo molto importante nella vita professionale, in tutte le attività pratiche di ogni giorno e nella vita sociale. Molti individui con questo disturbo sono addirittura condizionati nella scelta della loro professione data la difficoltà che incontrano nel maneggiare materiali sensibili all’umidità (carta, etc.), per l’imbarazzo quando devono dare la mano etc. Alcuni pazienti arrivano al punto di evitare del tutto i contatti sociali. Il fatto che la sudorazione eccessiva delle mani sviluppi un ambiente favorevole alla comparsa di micosi ed eczemi diventa quasi secondario agli aspetti psico-sociali della patologia. La sudorazione delle mani è un fenomeno che si dissocia dal processo fisiologico della traspirazione del corpo. Infatti, in condizione di riposo, per quanto caldo il corpo possa sentire, le ghiandole sudoripare delle mani non reagiscono. Sembrerebbe dunque che le mani non seguano il principio di termoregolazione proprio della sudorazione, ma piuttosto reagiscano allo stress psicologico.
Infatti, prova ne sarebbe il fatto che le mani sudano in situazioni di tensione, paura, ansia o elevata concentrazione, indipendentemente dal clima. Il grado di sudorazione può variare da un moderato aumento dell’umidità fino alla formazione di gocce. Spesso, l’iperattività dei nervi che regolano la sudorazione crea anche disturbi a carico della microcircolazione (i vasi si contraggono e le mani risultano fredde mentre sudano). CLASS

Iperidrosi ascellare

L’iperidrosi ascellare è sicuramente la forma più diffusa di sudorazione eccessiva, e interessa l’area dell’incavo sotto le braccia e in parte anche il torace. Il maggiore inconveniente di questo problema è dato dagli abiti chiazzati anche durante la stagione fredda, la quantità di traspirazione è tale da riuscire spesso ad oltrepassare anche maglioni o giacche pesanti. Altro motivo di imbarazzo è che i sali contenuti nel sudore lasciano un alone biancastro sugli abiti quando questi si asciugano, creando disagio per la sensazione di sporcizia che si comunica indirettamente. La logica conseguenza della sudorazione è il rischio che la situazione degeneri con la rapida formazione di cattivi odori dati dalla fermentazione batterica sulla cute. Localmente, l’ambiente costantemente umido favorisce la proliferazione di batteri e la comparsa di micosi cutanee spesso difficili da debellare. Se da un lato l’iperidrosi ascellare è decisamente fastidiosa e imbarazzante, dall’altro è anche la forma di sudorazione eccessiva più semplice da affrontare e trattare.

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Iperidrosi plantare

L’iperidrosi plantare è strettamente connessa con quella palmare e anche il meccanismo d’azione risulta simile, non cioè legato alla termoregolazione corporea. La sudorazione eccessiva sulle piante dei piedi è causa di alcuni disturbi, come l’insorgenza di micosi, piccole lacerazioni cutanee che facilmente degradano in infezioni, vesciche e macerazione della pelle.
Inoltre, se da un lato l’esporre i piedi all’aria aiuterebbe a migliorare la situazione, per chi soffre di iperidrosi evidente, indossare calzature aperte come i sandali o le ciabattine estive è un problema. Il piede infatti scivola, e il timore dei cattivi odori è fondato.

Trattamento

Poiché l’iperidrosi causa notevoli disagi in ambito sociale e lavorativo, è importante stabilire un percorso terapeutico adeguato. In prima istanza occorre escludere tutte le forme secondarie attraverso un’accurata anamnesi ed ulteriori, eventuali, indagini diagnostiche come gli esami ematici. Nei casi di iperidrosi secondaria, la terapia deve essere finalizzata a risolvere la condizione patologica causale:

– Malattie endocrine: terapia specifica

– Carcinoma prostatico: In pazienti trattati con terapia ormonale (analogi del LHRH, castrazione), gli attacchi di sudorazione rispondono generalmente bene alla somministrazione di antiestrogeni (ciproterone acetato)

– Menopausa: la terapia sostitutiva con ormoni può migliorare questa condizione.

– Obesità: calo ponderale

La terapia sintomatica invece è indicata per:

1. pazienti con iperidrosi essenziale

2. pazienti con iperidrosi secondaria, che non rispondono a terapia causale

3. pazienti psichiatrici, nei quali l’iperidrosi non soltanto è una conseguenza dell’instabilità emotiva, ma sembra esserne un fattore aggravante.

TABELLA IPERIDROSI

Metodiche

Antitraspiranti – costituiscono la terapia di prima scelta. La sostanza più efficace è il cloruro di alluminio. Questa sostanza è in grado di alleviare notevolmente il problema se l’ipersudorazione non è troppo eccessiva. Per essere efficace, la sostanza dovrà essere presente in concentrazioni che vanno da un minimo del 15% fino a 25% (soluzioni al 20% in alcol assoluto. In questo caso l’applicazione locale, da farsi preferibilmente prima del riposo notturno, va coperta con una pellicola di carta e rimossa al mattino con successivo lavaggio della zona interessata). In qualche paziente il cloruro di alluminio può causare reazioni irritative della cute con prurito e rossore e la formazione di eczemi. In caso di persistenza di tale reazione il prodotto dovrà essere sospeso.

Ionoforesi – è una tecnica che consiste nel far passare una corrente di bassa intensità attraverso la cute nella parte del corpo interessata dall’iperidrosi. Si tratta di un metodo non invasivo utilizzato nelle persone che non sono riuscite ad ottenere un risultato soddisfacente con gli antitraspiranti. Meccanismo d’azione:
Il meccanismo non è del tutto chiarito, ma si ipotizza che la corrente causi un ispessimento microscopico dello strato superficiale in modo da otturare i condotti delle ghiandole sudoripare e interferisca con la sensibilità dei ricettori che reagiscono allo stimolo nervoso della ghiandola. Il trattamento viene effettuato con mani e/o piedi immersi in bacinelle parzialmente riempite con acqua e collegate tramite elettrodi al generatore. Con un potenziometro si può regolare l’intensità della corrente in modo che questa venga appena percepita ma non risulti fastidiosa. Per le ascelle vengono utilizzati elettrodi speciali inseriti in apposite taschine di spugna assorbente ben bagnata. In genere viene utilizzata l’acqua di rubinetto che è sufficientemente mineralizzata per consentire una conduzione elettrica adeguata. Anzi, si è rilevata più efficace per ridurre la sudorazione di una soluzione salina, nonostante quest’ultima abbia capacità conduttive migliori. Soltanto in caso di acqua estremamente morbida, cioè priva di sali minerali, è opportuno sciogliere nell’acqua mezzo cucchiaino di bicarbonato in 1 litro di acqua. All’inizio i trattamenti, della durata di 20-30 minuti, vanno ripetuto quotidianamente o ogni 2 giorni. I primi giorni può verificarsi un peggioramento transitorio, ma nei giorni successivi la sudorazione tende a diminuire gradualmente. Dopo una decina di giorni circa segue in genere un periodo con mani/piedi asciutti che può durare da qualche giorno a 3-4 settimane. Appena si ripropone la prima umidità è consigliabile praticare subito un ciclo di mantenimento. Molti pazienti si sottopongono periodicamente una volta la settimana ad una seduta.

Farmaci – non esistono farmaci specifici contro la sudorazione profusa. Spesso vengono somministrati farmaci psicotropi (specialmente sedativi) e/o anticolinergici, ma dati i dosaggi richiesti per raggiungere un effetto accettabile contro l’iperidrosi, gli effetti collaterali diventano generalmente insopportabili. Per questa ragione non possono essere raccomandati nella maggioranza dei casi. Nei pochi pazienti che soffrono di ipersudorazione del tronco o generalizzata, per i quali non sono disponibili altri metodi di terapia, una leggera dose di anticolinergici può diminuire leggermente la sudorazione senza rendere la vita insopportabile a causa degli effetti collaterali (secchezza delle fauci, difficoltà di accomodamento oculare).

Chirurgia

• Asportazione delle ghiandole sudoripare delle ascelle – Si tratta di un intervento per la cura dell’iperidrosi ascellare. Nel caso che la sudorazione si estenda oltre il limite della parte coperta da peli, si rende necessario un intervento più ampio che richiede molteplici incisioni le quali in qualche caso possono dar luogo a cicatrizzazioni ipertrofiche e costrittive. La distruzione, denervazione e/o asportazione delle ghiandole sudoripare del cavo ascellare si ottiene anche con una tecnica simile alla liposuzione, preferibilmente combinato con raschiamento. L’intervento può essere eseguito in anestesia locale. I tempi di guarigione e recupero sono nell’ordine di 2 settimane circa. Ci sono casi di ricomparsa dei sintomi, ma estendendo l’escissione a 4-5 cm oltre il limite del cavo ascellare, i risultati sono soddisfacenti.

• Chirurgia del nervo simpatico (simpatectomia, simpaticectomia, simpaticotomia e neurocompressione “clamping”). Il trattamento chirurgico dell’iperidrosi si tende oggi ad evitare poiché è gravato spesso da complicanze e possibili recidive

Tossina botulinica – la tossina del batterio Clostridium botulinum è in grado di bloccare la secrezione del sudore da parte della ghiandola sudoripara. Tale effetto viene determinato dalla inibizione del rilascio di un neurotrasmettitore, l’acetilcolina, dalle terminazioni nervose presinaptiche, con conseguente arresto dell’impulso nervoso responsabile della stimolazione della ghiandola sudoripara. Solo dopo svariati mesi, le terminazioni nervose riacquistano la capacità di rilasciare nuovamente l’acetilcolina con graduale ripresa della sudorazione. La terapia consiste nella effettuazione di molteplici iniezioni subdermiche con minime quantità di tossina in modo da coprire uniformemente la superficie interessata dall’eccessiva sudorazione. L’effetto inibitorio perdura per ca. 5-8 mesi; in seguito la sudorazione si ripresenterà, all’inizio in modo lieve, aumentando poi molto lentamente. In molti casi anche dopo un anno non viene raggiunto il livello di iperidrosi iniziale. Pertanto per la maggioranza dei pazienti è sufficiente un trattamento annuale, da ripetersi in genere preferibilmente prima della stagione estiva. Purtroppo una piccola percentuale dei casi trattati (ca. 5-10%) non risponde a tale terapia, presumibilmente a causa della presenza di elevati titoli anticorpali contro la tossina. In qualche caso di non-responder una ripetizione del trattamento con dosaggi più elevati può ottenere l’effetto sperato. Il maggiore pregio di questo metodo consiste nella quasi totale assenza di effetti collaterali, in particolare non si avrà una sudorazione compensatoria rilevante. Eventuali altri effetti collaterali sarebbero comunque a carattere transitorio. La tossina botulinica è la terapia di elezione per il trattamento dell’iperidrosi.

Vantaggi del trattamento mediante tossina botulinica

• Niente incisioni

• Nessuna controindicazione

• Versatilità di applicazione (può essere infiltrata anche in distretti corporei vasti o difficilmente trattabili con la chirurgia)

• Possibilità di ripetere l’intervento senza danneggiare le ghiandole

• Effetto reversibile

La tossina botulinica di tipo A

I prodotti da noi utilizzati sono i più sicuri ed efficaci, sono autorizzati dal Ministero della Salute e US FDA (Food And Drugs Administration):

mp-botox-2– Vistabex (Allergan)

– Azzalure (Galderma)

– Bocouture (Merz)
 

Contro-indicazioni

  • In caso d’ipersensibilità accertata alla tossina botulinica
  • In presenza di infezioni ai siti di inoculo
  • In presenza di miastenia grave o della sindrome di Eaton Lambert
  • Gravidanza in corso
  • Allattamento in corso
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